A fare da collante tra reparto maschile, femminile e pediatria c'è l'area chirurgica, così composta: sala operatoria, stanza per le operazioni minori (drenaggi, incisioni, etc), camerino per vestizione, piccolo magazzino e sala d'attesa.
Sono state compiute 2.228 operazioni maggiori. Più della metà sono tagli cesarei (66,7%).
Dietro alla Sala Operatoria, esattamente connessa ad essa, si trova l'unità addetta alla sterilizzazione di tutto il materiale medicale e chirurgico dell'ospedale. Un'area fondamentale per la sicurezza delle operazioni sanitarie. Come funziona? Lo spieghiamo nel dettaglio in questa sezione, dove raccontiamo anche i bisogni attuali per renderla totalmente operativa
L'ospedale dispone di 2 pozzi. Servono la struttura sanitaria e le case dei medici. L'acqua viene pompata a 2 serbatoi (capacità totale 60.000 litri) e poi distribuita ai vari edifici.
3 pozzi a pompaggio manuale sono a disposizione di pazienti e delle altre case dello staff.
L'ospedale dispone di ulteriore capacità di raccolta idrica (40.000 litri) riservata alla sterilizzazione, soprattutto nella stagione secca.
Viene prodotta da
- pannelli solari (producono 100kwh per giorno)
- rete pubblica WENRECO
- generatori
...e poi distribuita agli edifici dell'ospedale e al quartiere dei medici, ma non alle case dello staff (equipaggiate con pannelli solari, spesso insufficienti)
Il servizio di ambulanza spetta alla Land Cruiser, veicolo non equipaggiato come tale ma in buone condizioni.
L'ospedale dispone, solo per brevi tratti poiché datato, di un altro mezzo, Suzuki Maruti.
Il costo della benzina/trasporto è pagato dai pazienti, ma qualora questi non avessero le risorse necessarie, il servizio di trasporto viene fornito gratuitamente.
Negli ultimi due anni il consumo di diesel, sia per veicoli che generatori, è calato: 23.548 litri (2018/19), 13.757 litri (2019/20) e 13.335 litri (2020/21).
L'ospedale dispone di una propria lavanderia. Un unico macchinario, molto capiente, donato dalla Conferenza Episcopale Italiana.
Sono 3 le persone impiegate nel servizio.
Ai confini dell'ospedale, ben distante dai reparti e dai pazienti, troviamo un modesto inceneritore ospitato in una baracca dal tetto cadente. Qui vengono bruciati i materiali sanitari contaminati, non plastica. Quest'ultima viene raccolta e consegnata altrove.
Due tecnici si occupano del suo funzionamento: Innocent e Norbert.
Il personale sanitario dell'ospedale non è tutto nativo di Angal, anzi, la maggior parte si sposta dalle grandi città per fare esperienza qui.
A pochi passi dai reparti c'è il quartiere dei medici. Una decina di casette con spazi minimi ed essenziali per accogliere il personale e le loro famiglie.
La maggior parte delle infermiere risiedono anch'esse in strutture di proprietà dell'ospedale, ma decisamente più fatiscenti e poco accoglienti (in foto).
Ad ogni modo, gli attuali spazi non sono sufficienti ad accogliere tutti coloro che ne avrebbero bisogno.
L'ospedale non dispone di un servizio mensa per i pazienti. I pasti sono preparati dai parenti in spazi messi a loro disposizione.
Le cucine a cielo aperto, sono dislocate vicino alla Nutrition Unit, alla Pediatria. Spesso sono circondate da qualche capra in cerca di buon cibo!
Ci sono malati che restano poche ore, qualche giorno, qualche settimana. Esiste la possibilità, per tutti loro, di fare il bucato in un'area prestabilita dell'ospedale
Il management dell'ospedale lavora e si muove tra i reparti, ma necessita anche di un ufficio dove sbrigare "la burocrazia".
Prima di varcare il cancello del St. Luke Hospital, sulla destra si entra nell'area dirigenziale. Lì è possibile trovare il CEO, Dottor Tugume Benard, il Medical Director, la Capo Infermiere, l'Amministratore, il Contabile e Responsabile dell'IT e delle Risorse umane.
Dalla fine del 2021 l'ospedale possiede la sua prima aula formazione. Spesso usata per riunioni dello staff.
E' ubicata dietro agli ambulatori. Il finanziamento della ristrutturazione e dell'equipaggiamento arriva dall'Unione Buddhista Italiana.